martedì 14 settembre 2010

L'Over dell'uomo medio...

Articolo di Stefano Olivari, pubblicato su "Il Giornale"...
Tifare per un gioco stagnante a centrocampo è contro natura, sia per l’appassionato di calcio puro che per lo scommettitore dilettante. I bookmaker lo sanno benissimo ed è per questo che le quote degli Under sono quasi sempre, rapportate alla difficoltà di previsione, migliori di quelle degli Over. La statistica quinquennale (2005-2010) sugli Under dei principali cinque campionati di calcio europei (quasi diecimila partite, unendo anche quelle delle fasi finali delle coppe) ci dice infatti che quando si parla di pochi gol totali a partita (1,5 o 2,5) le tendenze per campionato o per periodo sono a volte contraddittorie, ma quando invece si va su un numero di gol superiori la tattica di gioco ideale è unica e indiscutibile. Under 3,5 gol a partita, 4,5 e così via a seconda delle offerte del banco.
Performance, giocando nella legalità alla miglior quota disponibile in Italia, davvero interessanti: il meglio lo abbiamo tratto dall’Under 6,5, un 15% annuo senza progressioni o ragionamenti di money managent con i quali un professionista farebbe sicuramente meglio. Il bookmaker continuerà comunque a prosperare, perché la massa perdente darà la sua preferenza ‘ponderata’ sempre all’Over. E gli altri hanno quindi trovato la ricetta per vivere di scommesse? L’hanno forse trovata per trarre dal proprio capitale un interesse superiore a un bond o a un titolo di stato, a patto di effettuare ogni anno duemila puntate senza senza brividi. Viverci dipende dalla propensione al rischio e dal capitale, secondo l'unica regola davvero indiscutibile: i soldi chiamano soldi.

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